Premessa:
L’AVO (Associazione Volontari Ospedalieri) nasce 47 anni fa a Milano.
(dal sito Avo Nazionale) Un lamento proveniente da un letto di corsia nell’ospedale Niguarda di Milano, aveva attirato l’attenzione di un giovane medico che stava attraversando un reparto. Era l’8 dicembre 1967 e il Dottor Erminio Longhini, all’epoca ricercatore universitario e facente funzioni di Primario nella divisione di Medicina interna, si avvicinò al letto in cui giaceva una donna che, con un flebile ma insistente gemito, continuava a chiedere un bicchiere d’acqua.
Longhini rimase colpito dal fatto che quella semplice richiesta cadesse nel vuoto. Le altre ricoverate erano indifferenti così come l’inserviente che, intenta a pulire il pavimento, alla domanda del Longhini: “Scusi ma non sente che quella donna ha bisogno di aiuto?”, rispose bruscamente: “Dottore, se ogni volta che qualche malato ha bisogno di un bicchiere d’acqua io interrompessi il mio lavoro, il pavimento rimarrebbe sporco. Non tocca a me questo compito!”. Quella dura affermazione fece riflettere Erminio Longhini che, tornando a casa in auto, rimuginava fra sé: “Forse è vero che non toccava a quell’inserviente soddisfare quella elementare esigenza di una persona anziana e sola”. Alla fine concluse ponendosi la domanda: “Ma allora a chi tocca?” che egli portò scolpita nell’anima negli anni che seguirono, durante i quali il giovane medico si ritrovava regolarmente con un gruppo di amici, definito Associazione Fondatori Corpo Volontari, uniti nell’impegno di dar vita a “qualcosa” che portasse solidarietà, aiuto materiale e sostegno morale a chi si trovasse nel bisogno. Nel 1968 Longhini divenne Primario della Divisione di Medicina d’urgenza all’Ospedale di Sesto San Giovanni e, dopo qualche anno, la fatidica domanda “A chi tocca?” trovò finalmente risposta: “toccava a quel gruppo di amici” creare un’associazione di persone che si sarebbero occupate di degenti negli ospedali, seguiti certamente con professionalità e responsabilità dal personale sanitario, ma spesso in ambienti spersonalizzanti in cui i malati erano assimilati a “corpi e organi da curare” e a “numeri di posti letto”. Così nel 1975, L’AVO prese forma e fu costituita a Milano.
Da allora l’AVO è cresciuta e sono nate oltre 200 AVO in tutta Italia, compresa Pesaro, che quest’anno festeggia 36 anni di vita. La pandemia ha fermato l’accesso ai reparti ma non lo spirito dell’Avo, che si è messo a disposizione in altri modi, ad esempio attraverso il servizio di “Accoglienza” e l’ascolto telefonico, realizzando il progetto”NOI Ci Siamo”.
Oggi i volontari Avo sono tornati in corsia, hanno ripreso i corsi di formazione e, in occasione della giornata nazionale, hanno scelto di andare a raccontarsi nelle scuole.
Programma:
1° Fase (Docente IRC Claudia Vanzolini): Presentazione del volontariato in generale come forma di solidarietà e di partecipazione al bene comune. Il concetto di sussidiarietà calato nella quotidianità dei bambini (tutti abbiamo bisogno di qualcuno – differenza tra autonomia e indipendenza). Il ruolo della comunità di appartenenza nel nostro stare bene (famiglia, scuola, sport, amici ecc.) La malattia come evento naturale nella vita di tutti, la “malattia solitudine” come frutto dell’indifferenza, e come combatterla. Visione di brevi filmati, preparazione all’intervento del volontario Avo stimolando i bambini a preparare delle domande per lui.
2° Fase (Docente IRC Claudia Vanzolini e Donato Suffoletta Presidente AVO Pesaro): Intervento del Presidente AVO, volontario in prima linea e di lunga esperienza nella scuola a livello di testimonianza, con una breve introduzione e un raccontarsi attraverso le esperienze personali, aneddoti, episodi emozionanti ma anche divertenti; spazio alle domande dei bambini e discussione in classe. Proposta finale: dato che i bambini non possono dare conforto ai malati con la loro presenza, possono fare qualcosa per donare un sorriso a chi sta male ed è solo? Facciamo in modo che scaturisca da loro l’idea di fare arrivare un pensiero gentile ai malati attraverso un elaborato scritto e/o grafico.
3° Fase (Docente IRC Claudia Vanzolini): Con l’aiuto dell’insegnante, i bambini elaboreranno una lettera, un disegno, o entrambi per portare un messaggio di vicinanza, di conforto e di speranza a chi sta male. L’AVO raccoglierà i lavori per poi pubblicarne alcuni sulla propria pagina FB e consegnarli tutti ai degenti dei reparti ospedalieri e delle RSA in cui operano al fianco dei più soli.
Aggancio a Educazione Civica: obiettivo 1 (Costituzione, diritto, legalità e solidarietà)
Aggancio a IRC: messaggio evangelico “…ero malato e mi avete curato…” “ogni cosa che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli, l’avete fatta a me”
Collegamenti interdisciplinari: Italiano (scrivere una lettera), Arte e immagine (comunicare attraverso le immagini e i colori).
Nelle giornate finali ci sarà un breve ma importante momento di restituzione ai bambini e bambine delle classi che hanno aderito, con la consegna di un attestato individuale ed un cuoricino adesivo.